Waiting for the worms

Ultimamente macino parecchi chilometri in bicicletta, praticamente tutti i giorni.
Quando le gambe girano per conto loro per la testa non c’è molto da fare e così guardandomi intorno vedo delle cose che mi portano a farmi delle domande.

Mi chiedo ad esempio perché si cerca di cementificare e costruire praticamente ogni spazio libero anche nella periferia ex agro romano in cui vivo, si fanno case che nessuno può comprare.

Ho gli occhi per guardare e solo nei 10 km tra Via Boccea e Via Cassia ci sono CENTINAIA di appartamenti ben progettati, ben costruiti, molto belli da vedere ma assolutamente e tristemente vuoti. E sono in questo stato da quasi cinque anni. Un paio di mesi fa qualche imbecille da centro sociale ha pensato che vista la grande disponibilità si poteva provare a prendersele gratis. Occupandole. Anzi, okkupandole!

Per fortuna per una volta le forze dell’ordine sono riuscite ad intervenire in tempo e la cosa si è risolta. Ma sto divagando come al solito visto che per quanto strano possa sembrare, la cosa più strana – colpo di scena – non è neanche che queste belle case non si vendano.

La cosa secondo me veramente assurda è che sotto queste case, al livello del piano stradale, ci siano in vendita (neanche in affitto) dei NEGOZI.

Capite? In tutta Italia i negozi chiudono ad un ritmo impressionante, anche quelli più grandi e specializzati, ma si buttano via soldi per costruirne di nuovi ed inutili. Inutili per più di un motivo, aggiungerei.

Primo, perché ce ne sono già tanti sfitti da tempo di quelli che hanno chiuso negli ultimi anni.
Secondo, perché non credo che qualcuno creda davvero che la crisi attuale si possa risolvere senza lacrime e sangue.
Terzo, perché anche a crisi finita ci saranno parecchie remore a rischiare di nuovo tutto per aprire una nuova attività. Ed i vecchi negozianti – lo dico per esperienza familiare – non saranno sicuramente della partita. Hanno già dato. Tanto. Troppo.

Purtroppo, o per fortuna a seconda dei punti di vista, molti non si sono ancora resi conto che l’Italia è un paese che sta morendo. I vecchi sono sfiniti e tanto per agevolare l’occupazione giovanile lavorano ancora a 66-68 anni. I giovani sono provati da anni di precariato, e con la disoccupazione giovanile al 40% non vedono l’ora di potersene andare.

Siamo troppo stupidi per capire quali sono le cose da fare per mitigare gli effetti devastanti della crisi.
Non posso, non voglio pensare che chi ci governa sappia cosa e come fare e non muova un dito per timore di scontentare questa o quella lobby, la chiesa, la Germania, l’Europa. Chi se ne FOTTE, dell’Europa, giusto? Prima gli Italiani.

Dopotutto, il governo è al servizio dei cittadini, non deve servirsi dei cittadini. Anche se l’impressione che si ha è proprio quest’ultima.

E allora dico io, se questo Paese (non si può dire “di merda”, c’è una sentenza di Cassazione. Ora è vietato anche dire la verità) deve morire facciamo in modo che l’agonia duri il meno possibile.

Vedrete che poi i vermi arriveranno.

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