Annuntio vobis gaudium magnum: habemus cantor!

Dopo settimane di audizioni, prove e qualche momento di frustrazione, finalmente ce l’abbiamo fatta! La nostra band rock ha trovato il nuovo cantante, e non potremmo essere più entusiasti! È stata una lunga ricerca, ma ora siamo pronti a decollare verso nuovi orizzonti musicali.

Non vediamo l’ora di salire sul palco insieme a lui e far vibrare l’intero pubblico con la nostra musica.

Dopo tanta attesa, siamo finalmente al completo e pronti a mettere in pratica tutto ciò che abbiamo sognato. Il futuro non è mai stato così rock! Stay tuned, ci aspetta una nuova era musicale! 🤘🎤

Condividi:

Un ponte per…

Tra gli oggetti teorici che mi hanno affascinato da sempre, al primo posto assoluto per distacco c’è il ponte di Einstein-Rosen. Ma di cosa si tratta? Spiegarlo in termini comprensibili a tutti è decisamente un’impresa complicata. Proviamoci lo stesso.

Un ponte di Einstein-Rosen, spesso chiamato “tunnel spaziale” o “wormhole”, è un concetto affascinante che nasce dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein. Immagina il tessuto dello spazio-tempo come se fosse un foglio di carta, di piegarlo e di fare passare una matita in un buco attraverso di essa. In questo modo, invece di percorrere una lunga distanza, potresti “saltare” direttamente da un punto all’altro dello spazio, senza dover attraversare il percorso intermedio.

Per capire meglio, bisogna partire dalla teoria della relatività di Einstein, che descrive come la gravità influenzi lo spazio-tempo. Secondo questa teoria, lo spazio-tempo è come una rete flessibile che può essere deformata da oggetti massicci come stelle e pianeti. Un “ponte di Einstein-Rosen” è una sorta di tunnel che collega due punti distanti nello spazio-tempo, permettendo un passaggio diretto tra di essi.

Ma come funziona il ponte di Einstein-Rosen?

Per semplificare, immagina lo spazio-tempo come una distesa piatta. Se metti un oggetto pesante, come una palla, sulla distesa, questa si incurva verso il basso, creando una sorta di “depressione”. Ora, se prendi un’altra palla e la metti lontano dalla prima, e poi provi a collegarle con un tunnel che attraversa la curvatura, potresti immaginare un “ponte” che collega le due aree, passando attraverso la curvatura dello spazio-tempo. Questo ponte sarebbe un “wormhole”.

In teoria, un wormhole permetterebbe di spostarsi da un punto all’altro dell’universo in tempi molto brevi, senza dover percorrere tutta la distanza tra i due punti. Tuttavia, questo rimane solo un concetto teorico e non abbiamo mai trovato un wormhole nel mondo reale.

Il concetto di ponte di Einstein-Rosen è stato introdotto da Albert Einstein e dal fisico Nathan Rosen nel 1935, quando hanno studiato le soluzioni alle equazioni di campo della relatività generale. Inizialmente, lo studio era focalizzato su particolari “soluzioni” matematiche per descrivere le particelle subatomiche. Però, con il tempo, si è compreso che queste soluzioni potevano anche essere interpretate come ponti nello spazio-tempo.

Questi “ponti” non sono davvero come dei tunnel che possiamo attraversare, ma una curiosa struttura matematica che lega due punti di spazio-tempo. In altre parole, sono una possibilità teorica che potrebbe esistere, ma senza alcuna evidenza concreta.

Un aspetto molto affascinante dei ponti di Einstein-Rosen è che, se esistessero davvero, potrebbero rendere possibile viaggiare velocemente attraverso l’universo. Questo concetto ha ispirato numerosi film e libri di fantascienza, dove i personaggi viaggiano attraverso wormhole per spostarsi tra stelle e galassie in modo istantaneo. Ma ci sono molte sfide teoriche e pratiche che dovremmo affrontare per capire se i ponti di Einstein-Rosen potrebbero essere reali o utili.

Uno dei problemi principali riguarda la stabilità del wormhole. Secondo le equazioni matematiche, un ponte di Einstein-Rosen sarebbe estremamente instabile e collasserebbe immediatamente a meno che non fosse sostenuto da una forma di materia sconosciuta, chiamata “materia esotica”, che ha proprietà molto strane, come la capacità di esercitare una pressione negativa.

Insomma, il ponte di Einstein-Rosen è per ora solo un’idea teorica affascinante. Nonostante sia una parte importante delle teorie cosmologiche e della fisica moderna, non abbiamo ancora trovato prove che questi ponti esistano davvero. Tuttavia, continuare a esplorare queste idee ci aiuta a capire meglio l’universo e le leggi che lo governano, aprendo la porta a nuove scoperte nel campo della fisica e della cosmologia.

Condividi:

Stregati dalla luna?

Mi stupisce da sempre come molte persone ancora oggi credano a delle grandissime assurdità.

Ad esempio ci sono credenze popolari legate alla luna e alla crescita delle piante, così come il mito secondo cui i kiwi maturano meglio vicino alle banane. A quanto pare sono parte di tradizioni che si tramandano di generazione in generazione. Sebbene affascinanti, queste pratiche non hanno alcun fondamento scientifico e si rivelano prive di logica alla luce delle conoscenze moderne.

Una delle credenze più diffuse è quella di piantare ortaggi, o travasare il vino, a seconda delle fasi lunari: luna crescente o calante. Secondo questa teoria, la luna avrebbe un’influenza gravitazionale che condizionerebbe la crescita delle piante, favorendo o ostacolando la germinazione e lo sviluppo. Tuttavia, la forza gravitazionale della luna è troppo debole per avere un impatto tangibile sulle piante. La crescita degli ortaggi dipende principalmente da fattori come la qualità del terreno, l’acqua, la luce e la temperatura, tutti elementi che non sono influenzati dalla fase lunare.

Inoltre, il fatto che la luna sia calante o crescente, piena o meno non toglie il fatto che il resto del satellite sia comunque presente. Non è che se vedi solo una falce di luna il resto è a fare la spesa da Eurospin.

Un’altra credenza popolare è quella secondo cui i kiwi maturano più velocemente se posti vicino alle banane. Questo mito si basa sul fatto che le banane emettono etilene, un gas che accelera il processo di maturazione dei frutti. Tuttavia, non è affatto necessario mettere i kiwi accanto alle banane per sfruttare questo effetto. Qualsiasi frutto che produce etilene, come le mele, potrebbe avere (non è dimostrato) lo stesso effetto sui kiwi, e non serve nemmeno avvicinarli fisicamente ad altri frutti per ottenere il risultato.

Sebbene queste tradizioni abbiano una lunga storia e possano sembrare interessanti, la scienza moderna ci insegna che la crescita delle piante e la maturazione dei frutti dipendono da fattori ben più concreti rispetto a credenze superstiziose o rituali legati alla luna o alla vicinanza di frutti specifici. La natura segue leggi biologiche ben definite, ed è meglio fidarsi della scienza piuttosto che delle antiche convinzioni popolari.

CAPITO MAMMA?

Condividi:

L’ (im)possibile impresa di trovare il cantante perfetto

Cari amici, oggi voglio raccontarvi la storia di una delle sfide più epiche, tragiche, e a volte anche comiche, che una band possa affrontare: la ricerca del cantante. Ah sì, quel mito quasi intoccabile che dovrebbe essere capace di portare la band al successo mondiale, ma che spesso è più elusivo di una rockstar durante la settimana di riposo.

Immaginatevi: siete una band con dei pezzi pazzeschi, un sound che farebbe impallidire anche i leggendari Led Zeppelin. La batteria è potente (insomma), le chitarre da far venire la pelle d’oca (per i motivi sbagliati) e il basso, beh, il basso è talmente groove che farebbe ritornare i morti dalla tomba (ma solo per andare a morire un po’ più lontano). Eppure, c’è qualcosa che manca: la voce. Quella voce che non solo deve arrivare a “rompere” i timpani, ma anche essere capace di cantare senza sembrare un gatto strozzato. Ma dove si trova un cantante che faccia il suo lavoro senza voler trasformare ogni canzone in un musical di Broadway? O senza voler rendere ogni concerto un numero da “X Factor”?

La ricerca inizia. Prima ci sono gli annunci. “Cercasi cantante con esperienza, in grado di non stuprare le canzoni”. Poi arrivano le audizioni. Ah, le audizioni. Ogni volta speri di trovare quella voce che ti farà dire “Eureka!”, ma finisci per sentire qualcosa che ti fa solo chiedere: “Forse stiamo cercando la persona giusta per… un’altra band?” O, peggio ancora, ti capita il tipo che canta solo cover di “Tutti i miei sbagli” e lo fa con l’intensità di un drama teenager.

Poi arriva il candidato perfetto. “Finalmente!”, pensate. Ha il look giusto, la presenza scenica, la voce che sa emozionare… almeno fino a quando non lo sentite fare una prova. Ecco, non solo non è in grado di fare il minimo sforzo senza sembrare che stia cantando in una sauna, ma non riesce a ricordare nemmeno un verso della canzone. O peggio, mentre canta il brano, inizia a fare gesti strani e a scuotere la testa come se stesse cercando di scacciare uno stormo di piccioni invisibili.

La verità è che trovare il cantante giusto è come cercare l’ago nel pagliaio: difficile, frustrante, ma incredibilmente affascinante. Alla fine, però, il sacrificio vale la pena. Quando trovi finalmente quel cantante che sa quello che fa, sa stare sul palco, e sa anche come non mangiare il microfono come se fosse un gelato, ti rendi conto che è stato tutto un lungo percorso per una bella risata e, forse, il successo.

Alla fine, la ricerca del cantante perfetto è il viaggio. E, se non altro, è un ottimo materiale per scrivere nuove canzoni!

Condividi:

Sindrome cinese

Ogni tanto, quando ho bisogno di acquistare qualcosa di cui non mi interessa la massima qualità, o quando non ho fretta di ricevere la merce, do un’occhiata e acquisto su Aliexpress.

Ultimamente, avendo rimediato una CPU da un PC cannibalizzato, ho fatto un upgrade ad un vecchio iMac di quelli bianchi, che uso in laboratorio, un 20″ del 2006 (iMac4,1) montando un Core2Duo al posto del CoreDuo e flashandolo con il firmware dell’iMac del 2007 (iMac5,1). Le macchine sono perfettamente identiche a livello di hardware con la sola eccezione della CPU installata. La cosa buona è che contrariamente a quello del 4,1 il firmware del 5,1 riesce ad indirizzare 4 GB di RAM.

Ho così acquistato, come dicevo prima, su Aliexpress (insieme ad altre cose) due banchi so-dimm da 2GB DDR2-667 PC5300 (il controller della memoria dell’iMac non regge le DDR2-800), e quando sono arrivate per prima cosa le ho testate singolarmente. Il Mac con una si avvia ma il sistema crasha appena parte il WindowServer, con la rotella colorata che gira, e non arriva al desktop.

L’altra so-dimm non funziona per niente né viene in alcun modo riconosciuta dal Mac: quando la inserisco il Mac si accende ma non “bonga” e il led POWER rimane illuminato indefinitamente. Ho quindi contattato Aliexpress inviando i video del comportamento del Mac con le RAM installate chiedendo una sostituzione o, in subordine, un rimborso ma Aliexpress ha respinto il mio reclamo. Fortunatamente si trattava di un ordine da poco più di 7€, quindi ora so che non posso più fidarmi di loro per qualcosa di più prezioso.

Siccome le RAM mi servivano sono andato su Amazon come avrei dovuto fare dal primo momento che mi è venuto in mente di fare questo upgrade, ed ho preso due moduli certificati Apple a 14€ che arriveranno domani.

Occhio quando comprate cinese pensando di risparmiare.

Addendum del 6 marzo: ho rilasciato una recensione negativa con 1 stella (non è possibile darne di meno) sul sito di Aliexpress. Hanno pubblicato la recensione ma hanno aggiunto d’iniziativa altre 4 stelle. Di nuovo, occhio ad affidarvi alle recensioni che pubblicano o alle stelle assegnate ai prodotti.

Condividi:

L’elefante nella stanza

Dopo l’articolo su GNU/Linux vorrei parlarvi di quello che nella mia vita “social” ha preso il posto di Twitter, che ho abbandonato dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk: Mastodon.

Mastodon è una piattaforma di social media che si distingue per il suo modello federato, che permette agli utenti di connettersi e interagire senza essere vincolati a una singola entità centralizzata. In pratica, Mastodon non è un unico sito, ma una rete di server indipendenti, noti come “istanze”, che possono dialogare tra loro, creando una struttura decentralizzata e più libera rispetto ai tradizionali social media centralizzati come Facebook o Twitter.

Questa federazione è fondamentale per garantire la libertà di espressione, la privacy e il controllo sui propri dati. Ogni istanza su Mastodon è gestita autonomamente e può stabilire le proprie regole, permettendo una gestione più personalizzata delle interazioni e una maggiore tutela degli utenti. Inoltre, grazie a questo sistema distribuito, non esiste una singola entità che possa monopolizzare i contenuti o manipolare gli algoritmi in base a logiche commerciali.

L’importanza di un social federato come Mastodon risiede anche nella possibilità di sfuggire al controllo dei colossi tecnologici che dominano la scena digitale. In un’epoca in cui la centralizzazione dei dati e l’influenza delle piattaforme sui comportamenti sociali sono cresciuti esponenzialmente, Mastodon rappresenta un’alternativa che promuove la diversità, la trasparenza e la sovranità digitale.

In sostanza, Mastodon non solo offre un’alternativa alle piattaforme tradizionali, ma apre anche la strada a un futuro digitale più inclusivo e democratico.

Per chi fosse interessato, mi trovate come @lucaspeed@mastodon.uno

Condividi:

Apologia di Linux Mint, in otto punti

Linux Mint è una distribuzione del sistema operativo GNU/Linux che ha guadagnato un’enorme popolarità grazie alla sua interfaccia utente semplice, stabile e altamente personalizzabile.
Distrowatch lo pone al primo posto con un considerevole distacco dal secondo, MX Linux. Con una community attiva e una costante evoluzione, Linux Mint è una scelta ideale per chi desidera un sistema operativo alternativo a Windows o macOS per l’uso quotidiano. Se stai considerando di passare a Linux Mint come sistema operativo principale per il tuo PC di casa, ecco alcuni motivi per cui questa scelta potrebbe essere vantaggiosa.

  1. Un’interfaccia intuitiva e familiare

Una delle caratteristiche che distingue Linux Mint dalle altre distribuzioni Linux è la sua interfaccia utente. Mint offre tre varianti di desktop environment: Cinnamon, MATE e Xfce, ognuna delle quali può essere adattata alle preferenze dell’utente. Tra queste, Cinnamon è la più popolare e si ispira all’interfaccia di Windows, il che rende il passaggio da un PC Windows a Linux Mint particolarmente facile per i principianti.

L’interfaccia di Cinnamon è moderna e pulita, con un menu di avvio simile a quello di Windows, ma con funzionalità aggiuntive che migliorano l’esperienza dell’utente, come l’integrazione dei programmi più utilizzati nella barra delle applicazioni e il supporto per le finestre a schede.

  1. Semplicità e stabilità

Linux Mint è conosciuto per la sua stabilità. Basato su Ubuntu LTS (Long Term Support), offre un sistema che riceve aggiornamenti regolari e supporto a lungo termine, ma senza sacrificare la stabilità del sistema. Questo lo rende ideale per un uso quotidiano senza interruzioni o problemi imprevisti.

A differenza di altre distribuzioni più orientate verso gli utenti esperti, Linux Mint fornisce una configurazione iniziale più semplice e una gestione dei pacchetti intuitiva, con il suo Software Manager che permette di scaricare, installare e aggiornare facilmente le applicazioni. Inoltre, la distribuzione fornisce un supporto ampio per driver hardware, evitando problemi di compatibilità che potrebbero verificarsi su altre piattaforme.

  1. Alta personalizzazione

Una delle ragioni per cui gli utenti Linux sono così entusiasti della loro piattaforma è la possibilità di personalizzare ogni aspetto del sistema. Linux Mint non fa eccezione. Con pochi clic, puoi modificare l’aspetto e il comportamento del sistema operativo, dalle icone alla gestione della finestra. Puoi anche installare facilmente temi e aggiungere funzionalità tramite il Cinnamon Spices, un marketplace di estensioni e app che ti permette di arricchire il tuo desktop.

Inoltre, puoi scegliere tra una vasta gamma di applicazioni open source che offrono alternative gratuite a software commerciali, eliminando i costi di licenza e mantenendo il controllo completo sul tuo sistema.

  1. Performance e leggerezza

Linux Mint è noto per la sua efficienza nell’utilizzo delle risorse del sistema. Le varianti MATE e Xfce, in particolare, sono molto leggere e adatte a macchine con hardware meno potente, come PC più vecchi o portatili con risorse limitate. Anche la versione Cinnamon, pur essendo la più avanzata in termini di funzionalità, è abbastanza leggera da funzionare bene anche su computer non recenti, a condizione che abbiano risorse minime decenti.

Questo significa che Linux Mint è in grado di dare nuova vita a computer più datati, migliorando la loro velocità e reattività senza bisogno di aggiornamenti costosi.

  1. Supporto a software di terze parti e compatibilità con i file Windows

Linux Mint è compatibile con un’ampia varietà di applicazioni, sia native che per Windows, grazie a strumenti come Wine e PlayOnLinux. Ciò significa che puoi eseguire molte applicazioni Windows sul tuo PC Linux Mint senza troppi problemi.

Inoltre, Mint supporta nativamente file di formato MS Office e può aprire documenti, fogli di calcolo e presentazioni senza bisogno di software aggiuntivi, utilizzando programmi come LibreOffice, che è preinstallato.

  1. Sicurezza e privacy

Un altro punto forte di Linux Mint è la sicurezza. A differenza di Windows, Linux ha una struttura di autorizzazioni utente molto più rigida che limita le possibilità di infezione da malware. Inoltre, Linux Mint non raccoglie dati sugli utenti e garantisce una maggiore privacy rispetto ad altri sistemi operativi, il che può essere un fattore importante per chi è attento alla propria sicurezza online.

  1. Aggiornamenti e manutenzione facili

Gli aggiornamenti su Linux Mint sono rapidi e non invasivi. Il sistema si occupa di scaricare e installare le nuove versioni in modo efficiente, senza rallentamenti o interruzioni significative. L’utente può anche scegliere di differire gli aggiornamenti per evitare interruzioni durante il lavoro.

Il Gestore degli Aggiornamenti di Mint è uno strumento intuitivo che semplifica l’intero processo, mentre il Gestore dei Driver aiuta a identificare e installare automaticamente i driver necessari per il corretto funzionamento del hardware.

  1. Costi ridotti e accesso al software Open Source

Linux Mint è completamente gratuito, il che lo rende una scelta economica per chiunque desideri un sistema operativo potente senza doversi preoccupare dei costi di licenza come accade con Windows o macOS. Inoltre, la maggior parte delle applicazioni che puoi installare su Mint sono open source e gratuite, il che significa che hai accesso a una vasta gamma di software senza dover pagare licenze costose.

Conclusioni

Linux Mint è un sistema operativo che si distingue per la sua facilità d’uso, stabilità e flessibilità, ed è una scelta eccellente per chi cerca un’alternativa a Windows o macOS per l’uso quotidiano su un PC di casa. Se desideri un sistema che sia sicuro, efficiente, ricco di funzionalità e che ti permetta di risparmiare, Mint è una delle migliori opzioni disponibili.

Che tu sia un principiante o un utente più esperto, Linux Mint ti offre una piattaforma che non solo soddisfa le tue esigenze informatiche quotidiane, ma ti offre anche l’opportunità di esplorare l’affascinante mondo dell’open source.

Homepage di Linux Mint: https://www.linuxmint.com

Condividi:

Piccoli passi

Oggi è passato a trovarmi un amico con un dono prezioso: quattro altoparlanti PA da 150W ciascuno. Non ho ancora mollato con il mio sogno di costruire la casetta in legno dove poter suonare senza disturbare nessuno, e questi altoparlanti, uniti al mixer amplificato 6 canali e all’impianto voci che già possiedo, sono un bel passo avanti. Peccato che negli ultimi tre anni il prezzo del legname, anche da costruzione, è praticamente triplicato; ai prezzi del 2020 avrei già costruito il costruibile da un pezzo, invece mi tocca aspettare tempi migliori. Ma non demordo.

Condividi:

Finalmente vivo

Oggi sono tornato a suonare in gruppo dopo quasi 3 mesi.
Devo dire che nonostante fossimo soltanto in 4 (su 7) mi sono divertito come il primo giorno, anche se dover cantare E suonare mi stressa tantissimo.
Sono una di quelle persone che se deve fare le due cose separatamente ci riesce abbastanza dignitosamente, a farle insieme non faccio bene nessuna delle due.
In ogni caso preferisco suonare che cantare, e probabilmente anche chi ascolta preferisce sentirmi soltanto suonare… 🙂
In ogni caso, una band ai minimi termini per me è il massimo, è tutto molto più dettagliato, e ovviamente anche gli errori si sentono di più quindi è più difficile.
Avere la sala prove “di proprietà” è tutta un’altra cosa rispetto ad andare a provare in altri posti, e magari nemmeno sempre gli stessi.
Non solo perché lasci gli strumenti sul posto e ti eviti un trasloco ogni volta ma perché suonare con il tuo amplificatore ti permette, almeno a me che sono un bassista, di avere sempre QUEL suono, che in sala prove devi sempre ricercare visto che chi viene prima di te ha regolato l’amplificatore in base al suo gusto, e perdi tempo, e magari una volta cambi sala o trovi un ampli diverso, insomma è un casino.
Comunque, se vi capita di andare in giro e vedere il nostro logo su qualche locandina fermatevi qualche minuto ad ascoltarci, ma munitevi di pomodori, uova e frutta marcia!

Condividi: