Signori, ho una teoria: l’italiano non è morto, si è semplicemente preso una vacanza lunga. Probabilmente se la sta spassando da qualche parte in spiaggia con un mojito in mano, mentre noi, qui, scriviamo cose tipo ne ho bisogno ha me e pensiamo pure di aver fatto bella figura.
La prima vittima della strage grammaticale è la povera h. Quella letterina muta, invisibile, apparentemente inutile, che però decide il destino di intere frasi. Un tempo sapevamo distinguere ho da o, ha da a. Adesso ci ritroviamo davanti a capolavori come: “Sei bravo, lo ai dimostrato.” E io, davanti a quel ai, penso sempre: “Sì, lo hai dimostrato… di non aver mai aperto un libro di grammatica.”
Poi c’è la guerra civile tra accenti e apostrofi. Perché diventa perchè, po’ diventa pò e un po senza niente è il colpo di grazia. Vogliamo parlare di qual è? No, meglio di no, che rischio di dovermi alzare e sbattere la testa al muro.
Il capitolo congiuntivo merita un monumento. È diventato un animale mitologico: tutti ne parlano, ma nessuno l’ha mai visto davvero in libertà. Frasi tipo: “Spero che sei felice” o “Magari avevo i soldi” circolano tranquille, come se non ci fosse nulla di strano. Io ogni volta immagino il congiuntivo seduto in un angolo, con la valigia pronta, pronto a emigrare in Francia dove, dicono, è ancora rispettato.
La punteggiatura, invece, è ormai anarchica. Alcuni la usano come mitragliatrice: “Ciao,,, come stai??!?!?!”. Altri la ignorano del tutto: “ciao come stai ho visto il tuo messaggio volevo dirti che ci vediamo domani tanto lo sai che io ci sono sempre ciao.” Leggere certe cose è come correre una maratona senza fiato.
Poi arrivano i plurali creativi, quelli che trasformano la lingua in un laboratorio di Frankenstein: le braccia diventa le braccie, le uova diventano le uove, e il plurale di qualche… beh, quello non dovrebbe nemmeno esistere, eppure eccolo lì: qualche persone. Complimenti, avete inventato la matematica quantistica della grammatica.
Il capitolo social è un festival a parte: scrivere tutto in maiuscolo per sottolineare l’importanza del messaggio. Per esempio: “SEI UNA PERSONA MERAVIGLIOSA TI VOGLIO BENE.” Leggerlo dà la stessa sensazione di avere qualcuno che ti urla in faccia mentre ti offre un gelato.
E che cosa dire del fantastico “non vedo cosa possa centrare” al quale vorrei sempre rispondere “e chi sei Guglielmo Tell?”
Sembra che la differenza sostanziale tra “entrarci” e “centrare” sfugga ai più, di conseguenza “cosa c’entra” diventa “cosa centra” e via con tutte le conseguenti coniugazioni!
Infine, non possiamo dimenticare i nostri amici dell’inglese infilato a caso, perché fa figo. Il classico “Andiamo a fare shopping al centro, perché il mood è troppo cool.” Un trionfo. Peccato che poi gli stessi scrivano week and o computer portatile da tavolo.
Eppure, nonostante tutto, io l’italiano lo amo. Anche nelle sue versioni disastrate, sbagliate, maltrattate. Forse perché è un po’ come noi: pasticciato, confuso, creativo, ma sempre capace di sorprendere. Certo, se potessimo almeno smettere di scrivere pultroppo e a me mi piace, magari la lingua smetterebbe di svenire a ogni frase e tornerebbe dalle ferie.
Molti anni vissi qual fero censore,
guardia severa de l’umana favella,
ch’a’ miei compagni fu croce e dolore.
Ma poi l’età, che tutto affrena e snella,
non già virtù di senno o lume santo,
m’insegnò scior la presa dura e fella.
Ché non a tutti è dato alzar cotanto
l’alto sapere, né varcar le soglie
che serran l’arte entro suo sacro manto.
Un amico ho, che in solchi erba accoglie,
e con parlar ristretto e rozzo panno
pur sempre il senso a chi l’ode raccoglie.
Ma dentro il cor mi punge acerbo affanno
quando vegg’io lo “sì” privo d’accento,
non per fretta di man, ma per danno.
E se mi par che frutto ne sia intento,
l’altrui corrego con mite rampogna:
raro il serba, più tosto il perde in vento.
Ammetto la mia ignoranza, non conosco questo… sonetto? Poesia?
In ogni caso rende bene l’idea.
Non la conosci perché l’ho scritta io. 🙂
Comunque il “sì” senza accento ogni tanto scappa anche a me, sul cellulare, se sono senza occhiali quando faccio tap sui suggerimenti…
No, per me è una questione d’onore, dovessi impiegare il doppio per scrivere un messaggio (anche se poi alla fine so chi non lo mette per distrazione e chi per ignoranza). Ma è l’unica cosa che mi irrita davvero.
Per dire, anche Mian lo accenta. 🙂