Sono diventato un orologio rotto. E no, non quello che almeno due volte al giorno segna l’ora giusta, no: il mio sembra fermo del tutto, incastrato in un eterno “adesso” che non passa mai. Dopo l’intervento chirurgico mi è toccato il ritiro spirituale coatto: casa mia è diventata una piccola clinica, ma senza la parte glamour dei camici e delle serie tv.

Il tempo qui ha idee tutte sue. I minuti si atteggiano a ore e le ore… beh, quelle sono universi paralleli in cui si perde la memoria di chi eri prima di sdraiarti sul divano. Ho iniziato ad avere una relazione seria con la coperta: litighiamo quando fa troppo caldo, ci riappacifichiamo quando si fa sera e inizio ad avere freddo ai piedi.

E i messaggini motivazionali? “Approfitta del riposo per rigenerarti.” Che teneri. Avrei preferito essere rigenerato tipo supereroe, con un fisico scultoreo, superpoteri e costume figo. Invece il massimo upgrade ottenuto finora è la capacità di contare le piastrelle del bagno senza sbagliare mai.

La realtà è che mi annoio. Ma mi annoio talmente tanto che riesco ad annoiare perfino la noia. Mi guardo attorno cercando ispirazione: un bicchiere d’acqua, un cuscino, il telecomando che sembra ridere di me mentre mi offre per la decima volta repliche di programmi che non volevo vedere nemmeno la prima. Mangiare da giorni sempre la stessa cosa a pranzo e cena non aiuta, e dovrò farlo ancora per diverso tempo.

L’unica cosa che si muove davvero è la pila di farmaci sul comodino, che si assottiglia ogni giorno come a ricordarmi che prima o poi tornerò in pista. Piano piano, un po’ più debole, ma tornerò. E allora il tempo riprenderà a correre come sempre, magari troppo veloce, e rimpiangerò persino un po’ questo immobilismo forzato.

Per ora resto qui, sospeso dal mondo nella mia piccola navicella sul divano, cercando nuove tecniche per sopravvivere al lento trascorrere delle giornate. Che palle, sì. Ma anche: che strano, questo tempo che solo quando non scorre ci accorgiamo di quanto sia prezioso.

One thought on “Che palle.”

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