Nutro, con rare eccezioni, un profondo disprezzo nei confronti della specie umana.
A volte mi chiedo come sia stato possibile che degli esseri stupidi, ottusi e continuamente in lotta con la natura come noi siano riusciti a diventare la specie dominante sul pianeta. Gli altri animali prosperano solo vivendo in armonia con la natura, noi facciamo di tutto per distruggerla, per inseguire quel soldo in più che alla fine della fiera non allungherà di un secondo il tempo che abbiamo da vivere.
Inseguiamo uno stile di vita che non aggiunge niente al nostro essere umani, mode, oggetti che non ci servono. Corriamo, tutto il giorno, tutti i giorni, ci affanniamo dietro a tante cose futili e nel frattempo tralasciamo le cose davvero importanti. Il bisogno del superfluo è prepotente. E non è la cosa più grave. Abbiamo smesso di essere. Abbiamo smesso di pensare.

E intanto corriamo. Fateci caso, hanno tutti fretta. Anche chi non ha niente da fare vuole farlo velocemente. E quei privilegiati che lavorano, a sentirli, mandano avanti da soli il Paese. Spiace dirlo ma sono specialmente le donne che la pensano così. Da una parte le capisco, per migliaia di anni sono state relegate a ruoli di secondo piano, non potevano votare, lavorare, guidare, parlare. In alcuni paesi sottosviluppati è ancora così. Quindi ora, qualsiasi cosa facciano, è una conquista da mostrare a tutto il mondo. Solo che al mondo non frega un cazzo di quello che fanno loro, in particolare quando te lo sbattono in faccia con quell’aria da “lavoro solo io”.

Ne conosco che fanno le segretarie, fanno 3-4 fatture al giorno nei pochi minuti che facebook le lascia libere di lavorare e la sera tornano a casa distrutte. E magari trovano il marito (che lavora anche lui) che ha già cucinato, fatto il bucato e magari anche le pulizie. Ma non deve sembrare un post contro le donne perché non è così.

Gli uomini dopotutto non sono da meno. Ne vedo alle 6 di mattina al bar a bere superalcolici e bivaccare tutto il giorno come dei debosciati, e (credetemi) mi sento male io perché mi fa SCHIFO sapere che c’è qualcuno che si comporta così e non fa niente per cambiare. Per migliorarsi. Non tanto, ma almeno un pochino…

Intendiamoci, non sto dando dei giudizi, è solo che lo stato delle cose è questo. Mi sento profondamente diverso dalla stragrande maggioranza degli esseri umani (ma non necessariamente migliore), perché sin da piccolo ho sempre avuto FAME di sapere. Spesso mi dicono che so tante cose, che ho cultura, che sono sprecato per il lavoro che faccio ma non è esattamente così.

Le cose che so vengono solo dalla mia innata curiosità, non sono cose che mi sono messo a studiare di proposito. Sento o leggo una cosa, magari la approfondisco o vado a leggere wikipedia, nel testo c’è un’altra cosa che mi interessa e comincio a svolazzare qua e là tra diversi argomenti. In poche parole ho soltanto una buona memoria. La cultura è un’altra cosa, purtroppo.

Quello che mi fa piacere è vedere che mia figlia di 9 anni è come me. Legge molto ed è curiosa. Ha già letto diversi libri, ha cominciato con quelli per bambini tipo Geronimo Stilton, poi è passata a Dahl, Calvino, Dickens, de Saint-Exupery. Non oso pensare a cosa leggerà fra tre anni, per fortuna ho una biblioteca molto ben fornita. E come me ama smontare e rimontare le cose. A volte manca qualche pezzo ma per me è comunque una gioia.

Sarò onesto, sono abbastanza preoccupato per quanto riguarda il futuro dei miei figli. Il meglio che può capitarti in Italia è studiare vent’anni, prendere una laurea spendendo la pensione dei tuoi genitori e poi finalmente trovare un bel posto a progetto in un call center. Non ho niente contro i lavoratori dei call center a parte che di norma mi spaccano i coglioni mentre sto per andare a cena, ma so che non dipende da loro.

Con il tempo mi sono ritrovato a dover dare ragione a mio fratello: in Italia abbiamo un grandioso passato, uno squallido presente e nessun futuro. Ora ci saranno le elezioni; credetemi se vi dico che non mi interessa chi vincerà perché, come diceva Mark Twain, “se votare facesse una qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare”.

Io e mia moglie ci siamo dati un anno di tempo. La data limite è Gennaio 2014. Se per quella data non cambierà niente (sì, lo so, non cambierà) organizzeremo il trasferimento di tutta la famiglia all’estero, in Australia. Per quel che mi riguarda sono disposto a TUTTO per i miei figli. Allontanarmi dal resto della famiglia. Ricominciare da zero. Spalerei merda alla fungaia per il resto dei miei giorni se avessi la certezza di un futuro migliore per loro. Purtroppo non siamo tutti uguali, paure ed egoismi possono rendere difficile la transizione.

Mi rendo conto che per mia moglie allontanarsi dalla sua famiglia sarebbe traumatico, ma esiste davvero un’alternativa? Abbiamo il diritto di barattare 10 anni di questa vita senza mordente con il futuro dei nostri figli? Tra l’altro i suoi genitori non hanno remore a viaggiare e potrebbero venire a trovarci quando volessero. Mio padre invece non si sposta mai per più di 10 km ed oltre tutto ha una paura fottuta di volare, lo rivedrei davvero raramente!

E’ davvero tutto qui, stasera ho iniziato a scrivere senza sapere dove sarei andato a finire, ma poi sono usciti degli argomenti interessanti, alcuni sicuramente da approfondire. Succede sempre così quando in realtà non hai niente da dire e vuoi solo sfogarti un po’ senza metterti a vegetare davanti alla TV come un cerebroleso.

Buona notte a tutti.

Condividi:

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.